Grazie alle sinergie di diversi attori che guardano Berceto come un luogo ricco di cultura e vedono in esso una geografia in continuo divenire, il progetto “A Casa di Augusto” è divenuto realtà. Grazie alle persone che hanno colto il significato della casa, come luogo di incontro, si realizzano in essa eventi di raccolta di una memoria preziosa quanto trasmissibile.
La casa non è cambiata, poiché per molto tempo è rimasta disabitata. Quando nel 2018 i proprietari l’hanno donata al Comune di Berceto, grazie ad un finanziamento del Gal del Ducato (http://galdelducato.it/), è stato possibile sistemarla e metterla in sicurezza. Nella sostanza è rimasta la stessa di come quando vi abitava Augusto.
Grazie al lavoro del professore Mario Turci e all’antropologa e guida ambientale escursionistica Maria Molinari, è stato ideato il progetto che ha acquisito una sintesi pratico teorica a partire dalla disciplina della demoetnoatropologia. Giacomo Agnetti ha impostato la grafica che ne caratterizza l’estetica complessiva.
Nello specifico, il progetto ha trovato collocazione in un bando della Fondazione Cariparma (https://www.fondazionecrp.it/) e, con l’aiuto prezioso di Carra Mangimi (http://www.carramangimi.it/), è stato possibile iniziare il cammino concreto per valorizzare la cultura immateriale locale attraverso il sapere etnografico.

Nella realizzazione dei numerosi progetti della Casa di Augusto, hanno collaborato alcune associazioni locali, come la Pro Loco d i Berceto, Associazione Sentieri dell’Arte, Trekking Taro Ceno, Appennino Ritrovato, Superfamiglia APS.

Sul sito di Casa di Augusto si possono trovare gli output dei progetti sulle memorie migranti che il Comune di Berceto ha realizzato con la Consulta degli Emiliano Romagnoli nel Mondo.

Infine le attività della Casa di Augusto sono strettamente connesse con la rassegna Squinterno in Pillole e in particolare con il Piccolo Festival dell’Antropologia della Montagna che si realizza a Berceto ogni autunno.
