
Le fonti storiche dicono…
L’area su cui attualmente sorge la casa della gioventù appare nel catasto cessato come un’ampia zona a prato dedita al pascolo, appartenuta all’epoca dai fratelli Giannelli di Castellonchio.
La zona, conosciuta con il toponimo “Il Brolo”, era completamente priva di edifici e l’attuale via Marconi fungeva da confine tra la zona adibita a pascolo, verso sud-est della via, e i numerosi appezzamenti ortivi che si susseguivano a nord-ovest della stessa.
L’attuale via Iasoni, almeno per il suo primo tratto, corrisponde all’andamento di un’antica opera di canalizzazione in uscita dal paese che, sulla mappa, appare in larga parte scoperta e solo in alcuni tratti del nucleo abitato è tombata, essenzialmente laddove passano le strade.
Questo canale attraversa trasversalmente il paese di Berceto e verosimilmente era un’importante fonte idrica per l’irrigazione degli orti che, in particolare, si addensano lungo il suo tragitto.
La casa della gioventù sorgerà pertanto nei primi pascoli fuori dal paese e dalle sue aree ortive a ridosso di questo antico canale che, probabilmente, si conserva ancora sotto il manto stradale di via Iasoni.
Le interviste alle persone del paese
Per questo luogo per noi tanto importante (perché ci andiamo a giocare tutti i giorni) abbiamo intervistato il Sindaco Luigi Lucchi e Don Giuseppe.
Abbiamo scoperto che quando Luigi era bambino non c’era molto tempo per giocare perché anche i ragazzi lavoravano in casa, ad esempio lui toglieva i sassi dai campi che andavano arati e poi portavano le mucche al pascolo.
Nell’anno 1948 il prevosto di Berceto Monsignor Grisenti ha raccolto molti fondi per far costruire questo edificio che nei primi tempi ha ospitato anche la scuola media e una scuola di avviamento professionale. Poi nel 1977 ci sono anche stati temporaneamente gli uffici tecnici per la realizzazione dell’autostrada.

Nel campetto della casa della gioventù ci giocavano per lo più i maschi, mentre le femmine giocavano dalle suore. Dove ora ci sono i giochi c’erano i tornei di bocce. Per alcuni anni ci sono stati i tornei di calcio che ospitavano centinaia di persone che però non sono più venute dal 1988, ovvero da quando è stato costruito il nuovo campo sportivo.
Il progetto lo ha disegnato l’Ingegnere Calderoni ma è stata costruita dalla ditta di Andrei Domenico, mentre il salone con il teatro è stato costruito dopo, nel 1965/66 grazie all’impresa che in quegli anni stava facendo l’autostrada. Quelli, per Berceto, sono stati “anni d’oro” infatti il paese ha ospitato un cantiere con più di tremila persone, sembrava di stare a Las Vegas, perché c’era sempre tanta gente e i locali erano sempre aperti.
Sia il Sindaco che Don Giuseppe ci spiegano che questo luogo, ancora adesso, viene chiamato da alcuni “il brolo” che significa “brodo”, “acquitrino”. Un altro nome che gli si dava era “i canapai”, perché i prati che c’erano raccoglievano l’acqua piovana formando degli acquitrini che erano perfetti per macerare la canapa prima della sua lavorazione.

Ora quell’acqua è incanalata in un rio che passa sotto le case ed esce di fianco alla casa protetta (lì infatti c’è la fognatura e il depuratore del paese.)
Scopriamo infine che tempo prima il terreno era un campo della famiglia Agnetti, poi nel 1953 fu venduto alla parrocchia con l’idea di sanificare la palude e costruirvi una struttura per i ragazzi.
L’inaugurazione della casa della gioventù è stata fatta nel 1961. E’ stato un felice evento perché prima che esistesse questo spazio i ragazzi hanno giocato anche dove ora c’è la sagrestia, che un tempo era l’appartamento del cappellano. Sempre nelle stesse sale si guardava la TV insieme a tante persone del paese perché è qui che è arrivata la prima televisione!
I giochi nuovi che ci sono adesso sono stati regalati da un signore americano che ha aiutato anche a restaurare l’edificio dell’asilo vecchio, mentre il campetto di cemento è stato fatto intorno agli anni Novanta, prima c’era il bosco che scendeva fino al campo.

I nostri ricordi legati al luogo

Una volta, alla casa della gioventù, nella giornata dei “gavettoni”, c’era odore di erba e di cemento bagnato. Un mio amico, E., ci aveva dato molto fastidio, ci toccava, ci urlava… Allora abbiamo deciso di allearci e l’abbiamo bagnato un sacco e lui ci urlava contro e ci picchiava e alla fine, quando noi gli abbiamo tirato la secchiata finale, ha detto parolacce e poi se ne è andato.

Questa è la strada che collega la mia casa con la casa della gioventù.

Mi ricordo quando i miei amici avevamo fatto un torneo e appena prima di cominciare ho detto ad un mio amico: ” se fai due gol e vinciamo ti porto lo shampoo e ci laviamo i capelli insieme alla fontana del parco”. Così, quando stava per finire il torneo, lui non aveva ancora fatto un gol ma poi ci diedero un rigore che lui trasformò con grande precisione in un gol. Così il giorno dopo gli portai lo shampoo e ci lavammo i capelli nella fontana. L’odore dello shampoo era buonissimo e poi un amico lo prese e lo mangiò anche! Ci siamo divertiti un sacco!