
Le fonti storiche dicono…
Il colle del fortino napoleonico, struttura difensiva voluta in realtà da Maria Luigia, è un acrocoro roccioso che nel catasto cessato risulta parcellizzato in diverse proprietà.
Il toponimo di questo dosso, al tempo della realizzazione della mappa era “Il Poggiolo” ed evidenzia l’altura sul panorama circostante. Nel catasto non sono indicate aree boschive circostanti, ma piccole particelle di terreni qualificati come “Zerbo”, ossia luoghi incolti e petrosi.
Nella mappa Il luogo non era ancora occupato dal Fortino ed era completamente libero da costruzioni. Il crocevia di strade convergenti al bivio per la SP 15 che scende verso il Baganza già esisteva invece, ma con sensibili differenze.
L’attuale via Silva si innestava con la statale della Cisa leggermente più a nord dell’attuale percorso, grossomodo dove sorgono ora le prime case del bivio, mentre la mulattiera che ancor oggi si può notare immediatamente a valle della statale in prossimità dell’attuale incrocio, corrisponde all’ antica direttrice che uscendo dal paese di Berceto si dirigeva verso il Baganza. Questa strada, sostituita poi dagli attuali tornanti della SP 15, è pressoché scomparsa dal lato che scende verso il paese.
In prossimità del medesimo incrocio si distaccava, come oggi, la strada invece diretta a Corniglio, ora declassata a semplice mulattiera per piacevoli passeggiate dirette al Baganza.
La storia ci ricorderà, oltre la collocazione strategica del forte, l’importanza dello stesso come strumento di lavoro per gli scalpellini del luogo e, sebbene non sia stato effettivamente utilizzato per particolari eventi bellici, il forte mostra proprio il suo maggior sviluppo e complessità nel lato rivolto verso l’incrocio di strade.
Il fortilizio verrà eretto laddove in mappa compaiono piccole particelle di terreno incolto, disposte in sequenza tra loro e con andamento perpendicolare rispetto al pendio. All’epoca della stesura della mappa i proprietari di questi terreni erano Giovanni Belloli e Lorenzo Marchetti, che probabilmente utilizzavano questi terreni a pascolo. Le proprietà antistanti il poggiolo dal lato verso il paese ora sono lotti urbanizzati, ma al tempo erano invece inclusi in un beneficio parrocchiale appartenente alla chiesa di Berceto.
Le interviste alle persone del paese
Per avere ricordi del fortino abbiamo intervistato la signora Annamaria Tebaldi, nata nel 1932, la cui famiglia è proprietaria del luogo ma, come ci spiega la signora Tebaldi, negli anni passati non si badava troppo al concetto di “proprietà”.
Scopriamo che il Fortino è stato fatto costruire da Maria Luigia per avere il controllo della strada imperiale, come si chiamava allora, e per dar lavoro agli scalpellini di Berceto (come dicono in paese). In paese è conosciuto come “Il Forte”.
La vegetazione intorno al luogo non è mai stata molto fiorente, per questo all’epoca in cui lei era piccola lo chiamavano “il pelato”. La vegetazione è nata in un secondo momento, grazie anche ai bambini delle scuole che per la festa degli alberi sono andati a piantare dei pini.

Ai tempi della guerra il fortino non è stato utilizzato ma sulla strada passavano molti mezzi militari e Annamaria dice di aver visto dalla finestra un carro armato che cercava di salire sul fortino, senza riuscirci.
Negli anni passati il fortino non veniva trattato come una struttura di grande importanza, ma veniva utilizzato soprattutto come ritrovo fra amici: è sempre stato un luogo di giochi e dispute per i ragazzi di Berceto, che spesso si sfidavano in battaglie di sassi! Due squadre molto forti erano quella del castello e quella del fortino, ma anche quella della piazzola (ovvero P.za Barbuti).
Qualche anno fa è stato restaurato dal comune di Berceto e, stando ad alcune voci del paese, pare che nel restauro sia stato ricoperto un buco, il quale si diceva che fosse un corridoio di tramite tra il castello e il fortino ai tempi della guerra, ovvero un luogo in cui le famiglie si potevano nascondere per proteggersi e cercare di salvarsi.
I nostri ricordi legati al luogo

Il mio ricordo del fortino è quello di una giornata d’estate dove ero andato a cercare i fossili. Era già passata mezz’ora ma non riuscivo a trovare niente e allora mentre tornavo giù mi sono guardato intorno e ho visto uno strano sasso, mi sono avvicinato e ho visto che era un fossile! Dopo averlo guardato sono tornato giù e l’ho fatto vedere a mio papà.

Mi ricordo che una volta al fortino siamo andate io, S. e G. a parlare e sparlare. C’era vento e freddo perché aveva appena finito di piovere e c’era umido.