
Le fonti storiche dicono…
Nel registro delle particelle catastali conservato presso l’archivio di Stato di Parma, la particella occupata dal castello è dapprima indicata come casa di proprietà, per poi subire una correzione a inchiostro indicando la costruzione come cadente.
Questi dettagli suggeriscono il lento e inesorabile declino del maestoso edificio, che da antico cuore del governo rossiano e palazzo signorile diventa poco alla volta cava di materiale edile.
All’epoca della realizzazione della mappa la particella catastale indicata come “costruzione cadente” non corrisponde per estensione agli attuali ruderi riscoperti, rispetto ai quali occupava una superficie di minore estensione.
Gli spazi attorno a questo fabbricato, corrispondenti in larga parte agli attuali spalti più esterni del fortilizio, erano evidentemente già caduti da tempo e indicati come terreni ridotti a “zerbo”, luogo incolto e petroso.

I nostri ricordi legati al luogo

Noi andavamo a nasconderci al castello quando giocavamo a nascondino.

Durante un pomeriggio di sole io e i miei amici dovevamo andare a mangiare il nostro panino ma non sapevamo dove. Dunque abbiamo scavalcato sui muri per entrare nel castello a mangiare, solo che ci stavano per scoprire (la signora dell’AVIS) e dunque siamo scappati a gambe levate.